Matematica elettorale

9 giugno 2009

Le elezioni europee sono finite, e direi anche finalmente, dopo mesi di campagna elettorale, chi con più visibilità, chi purtroppo meno.

I temi della campagna elettorale li abbiamo visti tutti il caso Noemi in primis, la destra che tornava sul voto utile.

E finalmente arrivato il giorno (i giorni) dove il popolo può democraticamente, si fa per dire, esprimere la propria preferenza, esercitando la propria sovranità sancita dalla costituzione (che belle parole).

Risultato vince la destra non proprio come avevano sperato, il 45% sbandierato dal nanetto di villa certosa infatti non viene raggiunto, tuttavia si portano a casa un minoritario ma sempre maggiore rispetto a tutte le altre preferenze 32,5%, il partito democratico(anche questo è un modo di dire) raggiunge il 26,2%, la lega nord dal canto suo continua con con il  trend delle scorse primarie, ovviamente supportato dalla xenofobia dilagante di questo paese, fenomeno tra l’altro non limitato soltanto allo stivale, l’UDC si assesta con quasi il 7%, mentre l’MPA assieme ai fascisti di Storace fa un buco nell’acqua.

Ennesima batosta invece per la sinistra, o meglio per tutte le sinistre che stanno “alla sinistra” di ciò che viene chiamato centro sinistra, che con grande giubilo di tanti che si professano democratici resta fuori da ogni istituzione, buttando all’aria un pozzo elettorale che avrebbe raggiunto benissimo il 7%.

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Come definire questa enorme cazzata se non miopia politica? o forse è semplicemente carenza di basi matematiche, e direi anche gravi visto che le addizioni vengono spiegate nella prima elementare, sempre che la Gelmini non ci metta lo zampino, ma siccome i leader dei tre principali schieramenti comunisti e mi riferisco in particolare a SL e PCL, non hanno mai avuto la sfortuna di andare a scuola dove le regole sono dettate dalla riforma Gelmini, devo supporre che siano in grado di fare una semplice operazione matematica secondo il cui, se è vero che il 3,4+3,1+0,5=7 e sopratutto se è vero che 7>4 be devo per forza tornare alla prima ipotesi ovvero stupidità politica.

O magari la risposta a questo fallimento è da ricercare nella corsa alla comodità di una poltrona, magari per via di insopportabili dolori del plesso emorroidario, dovuti a chi magari per accaparrarsi voti tendeva la mano verso il PD o magari faceva opposizione a sinistra, fatto  sta che indipendentemente dai dolori anali di chi che sia, la decisione di presentarsi con tre differenti liste comuniste alle elezioni europee è stato un suicidio politico.

Che serva da lezione per le prossime elezioni, qualunque esse siano.