Immortal ad vitam: quando un dio viene condannato a morte dai suoi simili

22 dicembre 2007

Immaginate una new york del futuro (2095), la società divisa su tre livelli, umani, mutanti e alieni, un reazionario politico che si batte per i diritti degli ultimi due (certe cose non cambiano mai) condannato a 30 anni di ibernazione, una strana anomalia nella zona di central parck, e una piramide extraterrestre (non sono i goa’uld 😀 ) che staziona sulla città, è il futuro visionario di Enki Bilal.

Quando un dio viene condannato a morte dalle altre divinità, in quanto neanche un dio può ritenersi immortale, non gli resta che garantirsi una discendenza nel poco tempo che gli rimane, è quello che è succede a Horus divinità egizia dalla testa di falco, sette giorni di tempo per trovare la ragazza giusta in modo da poter procreare e garantire la sua discendenza, ma per fare questo ha bisogno di un corpo, ed è qui che si intrecciano i destini di un antico dio egizio, di Nikopol un prigioniero politico, e di Jill Bishop la bellissima ragazza dalle lacrime blu, una delle rarissime persone in tutto l’universo in grado di poter procreare con gli dei.

Questo è un film da vedere più volte, per cogliere a pieno una trama complessa e ricca di spunti di riflessione, è un film per sognatori e logicamente per gli amanti della fantascienza.

Spero con questa recensione di aver solleticato la vostra curiosità, buona visione 😉